Chi è e cosa fa l’operatore olistico sonoro-vibrazionale? Quali strumenti e competenze occorre avere per diventare operatore olistico sonoro-vibrazionale? Come si diventa operatore olistico sonoro-vibrazionale e qual è il percorso migliore per diventarlo? Quali sono i reali sbocchi professionali? Queste e altre domande mi vengono rivolte spesso da chi si affaccia per la prima volta al mondo della Suonoterapia e da chi è interessato a diventare un operatore olistico sonoro-vibrazionale. Cercherò in questo articolo, diviso in due parti - di cui questa è la prima parte - di fare luce sugli aspetti fondamentali di questa professione, che richiede tanto impegno, ma che dona così tanto a chi la pratica. La visione Olistica. Iniziamo facendo una necessaria premessa sulla etimologia del termine "Olistico", derivato da olismo, dal greco ὅλος (totale, tutto, totalitario, intero). Il corpo umano è un organismo biologicamente olistico, ogni suo funzionamento è legato ad un complesso meccanismo unitario. Le discipline olistiche offrono un approccio integrato verso il ricevente/cliente, offrendo un percorso che comprenda gli aspetti fisici, mentali, emotivi e spirituali. Cosa fa l'operatore olistico sonoro-vibrazionale? L'operatore olistico sonoro-vibrazionale interviene come facilitatore della salute e dell’equilibrio psicofisico, attraverso tecniche e strumenti sonori e vibrazionali per attuare una stimolazione di tipo energetica sul sistema corpo-mente-spirito del ricevente. Opera attraverso l’utilizzo di tecniche energetiche, vibrazionali, artistiche e spirituali, stimolando un naturale processo di trasformazione e crescita della consapevolezza di sé e collabora, direttamente o indirettamente, con la professione medica al fine di promuovere il benessere globale della persona. Come opera nella pratica un operatore olistico sonoro-vibrazionale? Durante una seduta di Suonoterapia (da non confondersi con la Musicoterapia, vedi l'articolo del nostro blog del 2/6/2018 "Musicoterapia o Suonoterapia?") il terapeuta, prima di tutto, cerca di individuare, attraverso un'attenta Analisi Energetica, gli squilibri energetici che principalmente hanno "creato" lo stato di malessere o il quadro patologico del cliente, e le cause primarie di tali squilibri: abitudini scorrette, stress, traumi, interne e/o esterne, emozionali, psicologiche, ecc. In base ai risultati dell'analisi energetica, il suonoterapeuta propone la tipologia di trattamenti sonoro-vibrazionali più adeguati per aiutare il ricevente a raggiungere uno stato di Bene-Essere ottimale nel minor tempo possibile. Quali competenze deve possedere un operatore olistico sonoro-vibrazionale? La Suonoterapia, pur affondando le sue radici in pratiche di antichissima data, epoche in cui i benefici del suono e della musica erano ampiamente conosciuti, è una disciplina relativamente recente e, in quanto tale, ancora in via di definizione (da un punto di vista di condivisione didattica e di applicazione pratica). Ma quali sono le competenze richieste ad un professionista del Benessere Olistico in generale, e all'operatore olistico sonoro-vibrazionale nello specifico? In questo articolo vediamo insieme le prime 5 "tappe" fondamentali, nella seconda parte vedremo quali sono gli ultimi step necessari per diventare un terapeuta sonoro-vibrazionale a tutto tondo. Prima di tutto:
Nella seconda parte dell'articolo continueremo a parlare delle ulteriori e necessarie competenze e gli obblighi di legge che deve rispettare il professionista in ambito sonoro-vibrazionale. Inoltre darò dei consigli su come scegliere la scuola di formazione per un percorso percorso professionale adeguato. Mi auguro che questa piccola guida possa aiutarti a fare un pò più di chiarezza su quale strada seguire e di cosa hai bisogno per diventare operatore olistico sonoro-vibrazionale. Per ulteriori chiarimenti o maggiori informazioni puoi scrivermi su [email protected] o lasciare un commento sul blog di Accademia. by Laura Schmidt
Suonoterapeuta, Docente e Direttrice Didattica, Fondatrice dell'Accademia. Professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013
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L’accompagnamento verso la fine del percorso della vita necessita di delicatezza, accoglienza, pace. Come un battito di ali di farfalla il suono accoglie e libera... Ed è così che si è svolto da ottobre a dicembre 2019, un progetto sperimentale di Suonoterapia all’Hospice “S. Maria delle Grazie” di Monza della Fondazione Don Gnocchi, dove per tre mesi sono stati eseguiti trattamenti suono-vibrazionali, rivolti ai malati terminali, ai loro familiari e agli operatori sanitari. «L’utilizzo del suono e di frequenze armoniche con strumenti come campane tibetane, diapason terapeutici, tamburo del mare, rav vast ed altri - sottolinea Lina Rossini, operatrice e insegnante di tecniche suono-vibrazionali olistiche - mi ha permesso di lavorare in un contesto sanitario difficile, con l'intento di portare armonia, quiete interiore e benessere psicofisico, fissando come obiettivo primario il miglioramento della qualità della vita. I trattamenti suono-vibrazionali sono un approccio olistico al benessere della persona in senso unitario di corpo, mente, spirito e hanno il preciso scopo di produrre armonia e benessere, mediante l’applicazione di frequenze sonore che interagiscono sul corpo e sulla mente». Diciassette pazienti coinvolti, per oltre cinquanta trattamenti I trattamenti ai pazienti dell’Hospice si sono svolti in ogni singola stanza, che è così diventata il setting dell’esperienza sonora e questo ha contribuito a rendere anche più creativo e accogliente l’ambiente circostante: il tutto si è svolto attraverso un piccolo rilassamento iniziale e poi un lavoro più profondo e incisivo con ogni singolo strumento attorno alla persona, creando così un’armonizzazione sonora o bagno di suoni, in cui il ricevente veniva immerso in una “bolla” di vibrazioni e suoni armonici. «Quando erano presenti dei familiari nella stanza - aggiunge Lina Rossini -, venivano invitati a restare e partecipare alla sessione suono-vibrazionale. Restando comodamente seduti sulla poltroncina, potevano chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalle “coccole sonore” che abbiamo appositamente creato. Complessivamente sono stati seguiti 17 pazienti in fase terminale ed eseguiti un totale di 50 trattamenti individuali. Dalle testimonianze e dai risultati finali, è emerso un interessante cambiamento dello stato iniziale dei soggetti trattati, passati da stati di stanchezza, agitazione, stress e dolore a chiari stati di rilassamento psicofisico, quiete e momenti di “pace interiore”». Altrettanto interessante e positiva si è rivelata la sperimentazione sugli operatori sanitari, dove attraverso la compilazione di un questionario si è evidenziato come risultato finale un cambiamento positivo e significativo: maggior benessere psicofisico rispetto allo stato iniziale, con diminuzione di rigidità fisica, ansia e stress per tutti i soggetti trattati. Ogni trattamento, della durata di circa quindici minuti, è avvenuto nella più completa tranquillità, in un setting molto tranquillo e silenzioso: questo ha permesso a ogni singolo operatore di poter staccare dal reparto e dai pensieri, ritagliandosi un momento solo per il proprio benessere. «Si deve tener conto - continua Lina Rossini - che la persona è fatta di diverse dimensioni: fisica, intellettuale, emotiva, sociale e spirituale, ed è quindi di estrema importanza avvalersi sempre di più di un modello di medicina integrata che comprenda la giusta attenzione a tutti questi aspetti dell’essere umano, con una dimensione olistica di attenzione che contempli una visione totale della persona. Riuscire ad ottenere “un momento di pace interiore” risulta essere un risultato importante in una situazione così estrema come lo stadio terminale di una malattia». Le testimonianze di malati, familiari e operatori Lo testimoniano ritorni come “Questo trattamento mi distende e mi toglie il dolore alla fine mi sento tranquilla e diversa”, oppure “Una sensazione meravigliosa lungo tutto il corpo, quasi inspiegabile: suggerisco di dedicare più tempo per i pazienti in questo tipo di attività”, da cui risulta quanto sia importante ricercare ed entrare in contatto con un’armonia interiore, che possa dare sollievo al dolore sia emotivo che spirituale, nel momento più delicato della malattia. Per molti è stata un’esperienza di ascolto e di percezione, di accudimento e di attenzione, di armonia e di consapevolezza, dove la magia degli strumenti ancestrali ha creato una realtà diversa, di benessere e leggerezza. La suonoterapia - disciplina che si basa in modo fondamentale sull’ascolto empatico, sulla connessione interiore, sull’equilibrio energetico e sull’armonia - non può che offrire un aiuto importante in un contesto di cure palliative. E ed è per questo che si rendono necessari maggiori approfondimenti e ulteriori sperimentazioni. by Lina Rossini
Professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013 |
Laura Schmidt
Ho iniziato a studiare e ad approfondire diverse discipline tra le quali lo shiatsu, la medicina ayurvedica, la medicina cinese, la suonoterapia, la psicologia, la conoscenza del sistema dei chakra, lo studio comparato delle religioni e tutto ciò che mi aiutasse a comprendere meglio il funzionamento energetico-vibrazionale della vita, di me stessa, dell'altro e del perchè ci ammaliamo. Archivi
Novembre 2024
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